ll Comune di Napoli, con le altre città metropolitane, partecipa dal 2012 al progettoUrban BES o UrBes per la valutazione del benessere a livello locale.
Il progetto è uno sviluppo del Bes, l'originaria iniziativa progettuale di Istat e Cnel che ha individuato in 12 dimensioni il quadro di riferimento tematico e metodologico per la misurazione del benessere degli individui e delle società, da affiancare a quello macroeconomico tradizionalmente utilizzato per la misura della crescita (PIL).
L'analisi dello stato di benessere nelle città italiane è importante per evidenziare diseguaglianze e tendenze evolutive che possono influenzare i modelli di sviluppo futuri.
Il "Rapporto UrBes sul benessere equo e sostenibile nelle città italiane - edizione 2015" - offre una panoramica multidimensionale dello stato e delle tendenze del benessere nelle realtà urbane, applicando in termini omogenei i concetti e le metodologie del BES.
I dati contenuti nel Rapporto 2015 "indicano che le differenze tra le città, e in particolare tra quelle metropolitane, sono in taluni casi molto più forti delle differenze che si riscontrano tra le regioni o le ripartizioni. La dicotomia tra Centro-Nord e Mezzogiorno che caratterizza la realtà socio-economica del Paese si ritrova anche a livello urbano, mettendo in evidenza i ritardi delle città meridionali. Questi riguardano, in primo luogo, gli aspetti del reddito, delle condizioni materiali di vita e dell'occupazione ma toccano anche elementi significativi in altri domini del Bes: dalla speranza di vita ai livelli di scolarizzazione, dalla conservazione del patrimonio edilizio alla ricerca e innovazione, dalla diffusione del non profit alla dotazione e fruizione di servizi come quelli culturali o per la prima infanzia".
Da un punto di vista evolutivo, i profili territoriali del benessere urbano sono caratterizzati da tendenze di segno diversificato. Infatti, mentre "gli indicatori riferiti alla salute, all'istruzione, alle relazioni sociali, all'ambiente e alla qualità dei servizi mostrano una prevalenza di dinamiche positive, quelli più connessi alla lunga fase di crisi economica, in modo più diretto (benessere economico, occupazione) o anche indiretto (sicurezza), rappresentano invece i principali fattori che condizionano negativamente l'evoluzione del Bes nelle città. "
Il rapporto è corredato da capitoli delle città, che riportano un commento generale dei dati e, in taluni casi, approfondimenti su temi specifici.
Il capitolo relativo a Napoli, redatto dal Servizio Statistica del Comune, dopo una sintetica presentazione dei risultati più significativi, mette a disposizione grafici e tabelle di tutti gli indicatori, consentendo un raffronto tra la situazione locale e la situazione regionale e nazionale.
Nel capitolo, concepito come una sorta di Rapporto UrBes comunale, l'analisi è stata arricchita con la produzione di un focus sulla refezione scolastica nel comune di Napoli, un tema, di cui è evidente il risvolto sociale, a cui 'Amministrazione attribuisce una forte valenza educativa riconoscendone l'essenzialità, consentendo la realizzazione del tempo prolungato ed educando i bambini e, indirettamente, le famiglie a un sano e corretto stile alimentare.
L'intero Rapporto e tutte le tavole statistiche sono scaricabili dal sito web dell'Istat all'indirizzo: www.istat.it/urbes2015.
Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile, nato da un'iniziativa congiunta del Cnel e dell'Istat, si inquadra nel dibattito internazionale sul "superamento del Pil", alimentato dalla consapevolezza che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma debbano tenere conto anche delle fondamentali dimensioni sociali e ambientali del benessere, corredate da misure di diseguaglianza e sostenibilità: www.misuredelbenessere.it.